Rischio di ictus ricorrente e di tutti gli eventi vascolari gravi dopo emorragia intracerebrale spontanea
I pazienti con ictus dovuto a emorragia intracerebrale ( ICH ) spontanea ( non-traumatica ) sono a rischio di emorragia intracerebrale ricorrente, ictus ischemico e altri gravi eventi vascolari.
Sono stati analizzati questi rischi in studi basati sulla popolazione e sono stati confrontati con i rischi nello studio RESTART, che ha valutato la terapia antipiastrinica dopo emorragia intracerebrale.
Sono stati riuniti i dati di singoli pazienti da due studi prospettici di coorte basati sulla popolazione di tutti i pazienti con emorragia intracerebrale incidente per la prima volta nella vita nell'Oxfordshire, in Inghilterra ( Oxford Vascular Study; dal 2002 al 2018) e Lothian, Scozia, Regno Unito ( Lothian Audit of the Treatment of Cerebral Haemorrhage; dal 2010 al 2013 ).
Sono stati quantificati i rischi assoluti e relativi di recidiva di emorragia intracerebrale, ictus ischemico o qualsiasi evento vascolare grave ( ictus non-fatale, infarto miocardico non-fatale o morte vascolare ), stratificati per localizzazione dell' emorragia intracerebrale ( lobare vs non-lobare ) e comorbilità di fibrillazione atriale.
Sono stati confrontati i tassi di eventi aggregati con quelli dopo l'assegnazione per evitare la terapia antipiastrinica nello studio RESTART.
Tra 674 pazienti ( età media 74.7 anni, 320 uomini, 47% ) con 1.553 anni-persona di follow-up, sono stati riportati 46 eventi di emorragia intracerebrale ricorrenti ( tasso di eventi 3.2 per 100 anni-paziente ) e 25 ictus ischemici ( 1.7 per 100 anni-paziente ).
I pazienti con emorragia intracerebrale lobare ( n=317 ) avevano un rischio maggiore di recidiva di emorragia intracerebrale ( 5.1 per 100 anni-paziente ) rispetto ai pazienti con emorragia intracerebrale non-lobare ( n=355; 1.8 per 100 anni-paziente; hazard ratio, HR 3.2; P=0.0010 ), ma non c'è stata evidenza di una differenza nel rischio di ictus ischemico ( 1.8 per 100 anni-paziente vs1.6 per 100 anni-paziente; HR 1.1 ).
Per contro, non c'è stata evidenza di una differenza nel tasso di emorragia intracerebrale ricorrente nei pazienti con FA ( n=147; 3.3 per 100 anni-paziente ) rispetto a quelli senza ( n=526; 3.2 per 100 anni-paziente; HR 0.9 ), ma il rischio di ictus ischemico è stato più alto con fibrillazione atriale ( 6.3 per 100 anni-paziente vs 0.7 per 100 anni-paziente; HR 8.2, P minore di 0.0001 ), con il risultato che i pazienti con fibrillazione atriale hanno mostrato un rischio più elevato di tutti gli eventi vascolari gravi rispetto ai pazienti senza fibrillazione atriale ( 15.5 per 100 anni-paziente vs 6.8 per 100 anni-paziente; HR 1.78; P=0.0090 ).
Solo per i pazienti con emorragia intracerebrale lobare senza fibrillazione atriale in comorbilità il rischio di recidiva di emorragia intracerebrale è risultato maggiore del rischio di ictus ischemico ( 5.2 per 100 anni-paziente vs 0.9 per 100 anni-paziente; P=0.00034 ).
Confrontando i dati degli studi aggregati basati sulla popolazione con quelli dei pazienti assegnati a non ricevere la terapia antipiastrinica nello studio RESTART, non vi è stata evidenza di una differenza nel tasso di emorragia intracerebrale ricorrente ( 3.5 per 100 anni-paziente vs 4.4 per 100 anni-paziente ) o ictus ischemico ( 3.4 per 100 anni-paziente vs 5.3 per 100 anni-paziente ).
I rischi di recidiva di emorragia intracerebrale, ictus ischemico e tutti gli eventi vascolari gravi dopo emorragia intracerebrale differiscono in base alla posizione dell' emorragia intracerebrale e alla fibrillazione atriale in comorbilità.
Questi dati consentono la stratificazione del rischio dei pazienti nella pratica clinica e negli studi randomizzati in corso. ( Xagena2021 )
Li L et al, Lancet Neurology 2021; 20: 437-447
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